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Cava de' Tirreni

Comune della provincia di Salerno, formato da 16 frazioni, sparse in un territorio di 36,46 kmq., con una popolazione complessiva di 26,729 ab. Il centro principale, che è il "borgo", e che conta solo 8691 ab., è una graziosa cittadina che sorge a 195 m. s. m., e segna la quota di maggiore altitudine nell'insellatura che articola la Penisola Sorrentina. Questa più considerevole altitudine, insieme con la relativa accidentalità del terreno, ha fatto del territorio di Cava una delle più frequentate stazioni climatiche dell'Italia meridionale. Nei mesi d'agosto e di settembre molte migliaia di villeggianti vi convengono soprattutto da Napoli e da Salerno. Specie in primavera e in autunno Cava è poi meta anche di numerosissimi stranieri attratti dalla dolcezza del clima e dalla bellezza del paesaggio.

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Il borgo è una graziosa cittadina, la cui via principale, il corso Umberto I, è caratterizzata dalla successione di portici; esso è situato sulla ferrovia Napoli-Salerno-Battipaglia e sulla tramvia elettrica Salerno-Valle di Pompei. Una singolarità di Cava sono i cosiddetti giochi, torri dalle quali nell'ottobre, si pratica, con lancio di sassi, il tiro al piccione.

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La magnifica conca di Cava dei Tirreni è coperta da fittissima vegetazione, e produce specialmente vino, olio, granturco, ortaggi, gelsi, tabacco; vi ha notevole importanza l'industria tessile del cotone. A ovest del borgo, a circa 4 km. di distanza, sorge la celebre Badia della Trinità.

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da "Treccani online"

Hanno detto di Cava

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Giuseppe Prezzolini

“Vicino a Vietri c'è una piccola città ottocentesca che si chiama Cava dei Tirreni. È molto «distinta» e carina, quasi come una vecchia zia decaduta che abbia conservato certe antiche maniere. Ora la stanno circondando di fabbriche e di casoni moderni con le facciate aggravate da balconi portasaponi, ma il centro rimane modesto, ritirato, sommesso, sotto pedale insomma e, nello stesso tempo, tanto «per bene». Ci son persino dei portici, di venti fogge diverse un po' malandati e sbilenchi, ma sembran ricordare che un tempo ci si faceva «il passeggio».”

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Dal diario "Nella valle de la Cava" della scrittrice danese Friederike Brun (3 giugno 1765 - 25 marzo 1835) che visitò la città a fine '700

“Appena si va oltre la città piccoli sentieri salgono ovunque in fresche zone ombrose; poiché tutte le siepi sono vive, è verde dappertutto, e piccoli boschi di noci e querce sono sparpagliati qua e là...Qui tutte le piante latifoglie d'Europa verdeggiano pacificamente l'una affianco all'altra! Vicino a me si arrampicano e fioriscono cespugli di rose bianche, nocciole,coluthea, biancospino, lilla e caprifoglio; aceri, olmi, querce, olmi comuni, salici, faggi, betulle, castagni, pioppi tremoli, frassini, pioppi e aranci rari, pini domestici, allori, cipressi presentano la più graziosa confusione di tutte le regioni della terra. Di grande bellezza sono i noci e le sottili bianche querce con le piccole foglie finemente dentellate. Il fogliame splende ancora di bellezza primaverile e gioca in ogni sfumatura,mosso da lievi brezze.Tutta la campagna,che spicca digradando verso l'alto, è un giardino paradisiaco. ”

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